Di Enrico Bimbi

San Gervasio. 20 anni di A Sirio, un compleanno speciale per il vino icona della Fattoria Sangervasio e del territorio pisano, celebrato in grande stile dalla famiglia Tommasini nella propria cantina con una convention alla quale hanno partecipato esperti, e giornalisti di settore. La prima vendemmia di A Sirio fu infatti del 1995 e commercializzata dal 1997. È stato il primo grande risultato della rivoluzione agricola e concettuale iniziata alcuni anni prima da Luca Tommasini e dedicato al nonno dello stesso. Aumentare la densità di impianto per ettaro fino a 12000 piante e diminuirne la resa per accrescere la qualità delle uve, fare conduzione biologica, adoperare i lieviti indigeni nella fermentazione per rompere l’omologazione e dare ai vini l’espressione inimitabile del proprio terroir. Sono solo alcuni interventi strutturali applicati in vari step temporali da Luca Tommasini, ripercorsi nel bicchiere con una emozionante verticale di A Sirio che ha coinvolto pressoché tutte le annate, partendo dal 1995 per arrivare al 2015. In evidenza la straordinaria tenuta di un Sangiovese che non smette di sorprendere e che Tommasini ha saputo interpretare al meglio nei vari momenti di questo spaccato storico di 20 anni. Una continua mutazione ma sempre di alto livello con un filo conduttore riconducibile alla nettezza dei profumi, all’eleganza e alla mineralità. Quest’ultima, riconoscibile da piacevoli note sapide, è derivante dal terreno molto particolare che ha origine pliocenica con massiccia presenza di conchiglie e fossili marini. Nelle ultime annate, in riferimento soprattutto dalla vendemmia 2013, si attenua il legno e il Sangiovese, finalmente in purezza, diventa più slanciato, più snello, più fruibile e terribilmente intrigante. Presentate anche alcune novità come il Cabernet Franc Villa le Torri 2014 e il Chianti Riserva 2015, entrambi caratterizzati dalla buona complessità accompagnata da freschezza e bevibilità. Caratteristiche proprie anche de I Renai (degustato il 2015) che, trattandosi di Merlot, rappresentano peculiarità ricercata ma difficilmente riscontrabile. I festeggiamenti sono continuati nella villa del Borgo medievale con una cena alla quale hanno partecipato anche diversi ristoratori del territorio. Momento clou il finale con le creazioni dei noti maestri pasticceri cioccolatieri Claudia e Claudio Pistocchi che hanno accompagnato l’evento atteso della prima degustazione del favoloso Vin Santo Occhio di Pernice (da uve Sangiovese) 2006, tolto dai caratelli dopo ben 11 anni di paziente riposo. Una esplosione di sapori e di aromi che ha lasciato tutti stupiti. In foto Luca Tommasini con la figlia Lisa ed al centro l’enologo Emiliano Falsini.

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